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La parole “esorcismo” deriva dal greco “exorkismòs”, derivato da “exorkizein”, ovvero “scongiurare”. La parola è composta da “ex” (fuori) e “òrkos” (giuramento). Dietro preciso mandato del vescovo, il sacerdote esorcista ha il compito di liberare un’anima dal demonio.
Attualmente, gli esorcisti iscritti all’AIE (Associazione Internazionale Esorcisti, unico ente riconosciuto dal Vaticano) sono 404. Di questi, 240 operano in Italia, che è evidentemente il Paese con il maggior numero. A questi va aggiunto un numero non precisato, non risultando nell’AIE.
Padre Amorth
Tale rituale è, ai tempi nostri, poco diffuso, proprio perché si tratta di una pratica tendenzialmente abbandonata dalla Chiesa. Vengono nominati pochi esorcisti e si tratta di un filone poco approfondito negli studi teologici. Insomma, la stessa Chiesa dà poca importanza al problema. Questo sosteneva Gabriele Amorth (uno dei più noti esorcisti italiani). Papa Paolo VI, nel 1972, aveva ripreso a prenderla in seria considerazione e, da allora, vi è stata una lieve ripresa, sebbene, nella prassi, risulti molto difficile trovare un esorcista.
Gli inganni del demonio
Ma perché esiste l’esorcismo? Obiettivo del demonio è tentare l’uomo al male. Tutto ciò che fa, lo fa a questo fine. E perché lo fa? Lo fa perché il demonio è l’esatto opposto di Dio, per cui il suo obiettivo è togliere anime a Dio e portarle con sé. La possessione demoniaca rientra in un’attività straordinaria. Caratteristica principale delle persone indemoniate è una sorta di sdoppiamento della personalità. È come se il demonio, appunto, fosse dentro di loro e agisse per conto loro. Perché il demonio non ha un corpo, quindi deve impossessarsi di un corpo per poter agire. Quindi il demonio deve assumere un corpo per “essere” e, attenzione, può assumere anche il corpo di santo, appunto per ingannare.
Indizi
L’inganno è quindi il trucco base del demonio. Se si impossessa di qualcuno, fa di tutto affinché non ci se ne accorga. Gli esorcismi hanno lo scopo, quindi, non solo i liberare dalla possessione, ma anche di scovare una possessione. Uno degli indizi principali per capire se una persona è posseduta è il rifiuto del sacro. Poniamo il caso di un uomo che è sempre andato in chiesa e che, a un certo punto, smette di andare e evita qualsiasi oggetto sacro. Padre Amorth riporta il caso di un uomo che era sempre stato ligio ai doveri di cattolico. Un giorno, inizia a non voler più andare a messa; distoglieva lo sguardo da ogni oggetto di tipo sacro; evitava l’argomento, sembrava disinteressato, annoiato. Ecco un caso sospetto…
Possessione o disturbo psichiatrico?
Quando la persona posseduta dal demonio si trova davanti un esorcista, naturalmente, da prima, fa finta di niente, per non farsi scovare. Ma poi, una volta scovato, allora comincia a reagire nei modi più tremendi, arrivando anche alla violenza. Capita spesso che gli esorcisti prendano calci, pugni, sputi (padre Amorth racconta di un indemoniato che gli sputava in faccia chiodi).
Naturalmente, si può confondere la possessione con qualche disturbo psichiatrico. Un esorcista serio non pratica se non dopo aver visto la diagnosi medica.
Il percorso dell’esorcismo
La durata di un esorcismo è variabile. Può addirittura durare anni. Ci sono casi in cui ci sono voluti sei mesi solo per capire se una persona era o no posseduta. E non sempre funziona, giacché la riuscita dell’esorcismo è sostanzialmente la fede. Se non c’è fede, è tutto inutile. Padre Amorth racconta un uomo che è arrivato da lui. Era indemoniato. Con lui c’erano la madre e la fidanzata. Il sacerdote lo ha fatto inginocchiare; gli ha messo una mano sulla testa e gli ha chiesto: “Vuoi che ti liberi?” Quello: “No!” In questo caso è inutile. Infatti poi quello è diventato un drogato, uno spacciatore, anche magnaccia; insomma, un criminale. Come infatti precisa padre Amorth, non è l’esorcista a liberare l’indemoniato. La liberazione avviene per opera di Dio. L’esorcista non è altro che un mezzo, il quale opera in nome di Dio. E raramente la liberazione avviene durante l’esorcismo. Di solito avviene, come dire, a posteriori. Una persona che ha subito un esorcismo può essere liberata tempo dopo, magari, poniamo, mentre sta pregando. Padre Amorth, che ha praticato oltre 7000 esorcismi, ha avuto soltanto due casi di liberazione durante l’esorcismo.
Conosci il mio nome
C’è un altro problema da considerare: la durata. Più la possessione è lunga, più è difficile la liberazione. È come una malattia: se presa in tempo, è più facile guarire. Quando viene praticato un esorcismo (di solito inizia con la formula: “Ecce crucem Domini!”) il demonio reagisce tentando di sconfortare l’esorcista, con frasi come “Tu non puoi nulla… è inutile…”. E il primo passo da compiere per riuscire a sconfiggere il demonio è sapere il suo nome. Se il posseduto dichiara il nome del diavolo da cui è posseduto, buona parte dell’esorcismo è compiuta. Il problema è che il diavolo, per eccellenza, è bugiardo. Quindi sapere qualcosa di vero da lui è sempre difficile.
Per approfondire: Marco Tosatti (incontra Pade Amorth) Inchiesta sul demonio