Una seduta spiritica per Aldo Moro

Aldo Moro fu rapito e poi ucciso dalla Brigate Rosse nel 1978. Sui tentativi di liberarlo vi sono molti misteri, tra cui una seduta spiritica.

(Versione audio)

Che fine abbia fatto Aldo Moro si sa: morto ammazzato, restituito nel baule di un’auto. Era il 9 maggio del 1978.
Il 16 marzo di quell’anno un nuovo Governo, presieduto da Giulio Andreotti, doveva ottenere la fiducia in Parlamento. La faccenda era alquanto spinosa: si prospettava un governo di accordo tra Democrazia Cristiana (segretario Aldo Moro) e Partito Comunista Italiano (segretario Enrico Berlinguer). Questo accordo era poco gradito a molti elementi della D.C. (i più conservatori) tanto quanto a molti elementi del P.C.I. (i più estremisti). Entrambi diffidavano, entrambi vedevano un tradimento politico in quello che era definito il “compromesso storico” (che non fu mai concretamente realizzato), di cui Moro era promotore e garante, il quale riteneva che fosse giunto il momento per, diciamo, deporre le armi tra due partiti che avevano quasi la parità nella percentuale di elettori. Ma dietro questo possibile accordo gravava l’ombra di un disaccordo più vasto: quello della guerra fredda. Il “compromesso storico” italiano forse dispiaceva tanto agli americani quanto ai sovietici. Forse la morte di Moro faceva in fondo comodo a troppi.

L’agguato

Aldo Moro, quella mattina, usciva di casa per recarsi alla Camera dei Deputati. Era accompagnato dalla propria scorta formata da due auto, una in cui viaggiava insieme a due carabinieri, la seconda in cui viaggiavano tre poliziotti.
All’altezza di via Fani (Roma) le due macchine furono bloccate e le cinque guardie immediatamente uccise; Aldo Moro venne rapito e portato in un luogo segreto ancora di dubbia ubicazione.
I responsabili dell’assassinio delle cinque guardie di scorta e, 55 giorni dopo, dello stesso Moro, erano un gruppo terroristico di ispirazione marxista-leninista chiamato Brigate Rosse, gruppo fondato nel 1970 da Renato Curcio, Margherita Cagol e Alberto Franceschini (durante il sequestro Moro due erano in carcere, la terza già deceduta): il primo è stato scarcerato nel 1998 e attualmente si occupa di editoria; la seconda venne ammazzata nel 1975 durante uno scontro a fuoco con la polizia; il terzo è stato scarcerato nel 1992 e attualmente dirige una cooperativa sociale.

Anni di piombo

L’obiettivo delle Brigare Rosse era di sovvertire il potere politico e instaurare una dittatura del proletariato. Oggi (quasi) tutti quanti siamo pronti ad alzare il dito contro il terrorismo; all’epoca non era esattamente così. L’atteggiamento tenuto dalla cultura di sinistra, l’ambiguità mantenuta da molti intellettuali si può definire imbarazzante. Anche se è facile accusare con il senno di poi.
Tutti hanno bene o male pagato per le loro scelte e la storia non ha dato ragione a nessuno. È forse bene però non dimenticare quanto sbaglia chi è convinto di avere ragione.

Falchi e colombe


Aldo Moro fu tenuto prigioniero e infine ucciso. Il suo corpo fu ritrovato davanti alla sede della Democrazia Cristiana, piegato dentro il baule di una Renault 4 di colore rosso, in via Caetani a Roma; la scelta del luogo non pare casuale: è infatti a metà strada circa tra la sede del P.C.I e della Dc..
Durante i 55 giorni di prigionia si tentarono degli accordi tra Governo e Brigate Rosse e c’era chi parlava di atteggiamento “da falchi o da colombe” (ovvero se mantenersi irreprensibili o morbidi con i sequestratori. Chi scrive era allora in terza elementare e ricordo perfettamente di uno strano tema che ci aveva dato la maestra. Il titolo era qualcosa come “Bisogna essere falchi o colombe?”). Fecero entrambi i falchi e chi pagò fu Moro.

La seduta spiritica?

La polizia e servizi segreti cercarono naturalmente di trovare il luogo della sua prigionia, senza riuscirci.
Addirittura si tentò con una seduta spiritica di individuare il luogo del sequestro (non sono favole, ma testimonianze agli atti della commissione Moro), seduta spiritica a cui erano presenti Romano Prodi e Mario Baldassarri, entrambi senatori a vita.
Da questa seduta spiritica pare fosse emerso il nome “Gradoli”. Si suppose allora che il luogo del sequestro potesse essere un paese chiamato Gradoli, ma fu un buco nell’acqua. Si scoprì tuttavia dopo che in via Gradoli, a Roma, era situata una sede delle Brigate Rosse. Non era però quello il luogo del sequestro.

Una messa in scena

C’è però che ha ipotizzato che la storia della seduta spiritica sia una enorme, grossolana baggianata. Ci si chiede: davvero un gruppo di professori universitari ha fatto una seduta spiritica da cui è emersa l’indicazione di una via che pareva così simile al possibile luogo della prigionia? Pare plausibile? O è una grossa messa in scena? L’ipotesi, non assurda, è che la storia della seduta spiritica sia un modo per annebbiare qualcos’altro. Forse qualcuno sapeva e ha parlato o ha suggerito o ha dato una possibilità di uscita? Forse un giorno lo sapremo.

Post scriptum

Un curioso dettaglio: nel tema datoci dalla maestra (Bisogna essere falchi o colombe?) ero stato l’unico a proporre la soluzione “colombe” (forse perché, già all’epoca, mi pareva troppo comodo fare il duro col culo degli altri). Ricordo che la maestra rimase stupita e mi disse: “Ma no… bisogna essere falchi!” Questo piccolo aneddoto per capire qual era il Mainstream dominante.

Per approfondire: Giorgio Galli Esoterismo e politica

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