Il principino merdizzato

di Dario Meneghetti

Ho la SLA. Sono fortunato. Più che un principe annoiato, sono un principino merdizzato. La mia caparbietà capricornide, mi ha portato fino a qua, sto a letto, mi fanno tutto, non faccio la fatica di mangiare, ho un sacro tubo in pancia, per quello mi alzano la mattina e mi trattano come il re Filippo fritto, in retromarcia dai semplici doveri umani come lavarsi la faccia. Me la lavano a letto come i denti, io non muovo un muscolo, capite? Poi mi mettono il contorno occhi che neanche Cleopatra… “LA CREMA IDRATANTE, OSTIA!”, gli ordino guardando il tavolino, loro devono leggermi il pensiero e capire, sennò li meno, sempre col pensiero. Poi burro-cacao come se piovesse, lavaggio coglionaia, corpo e massaggi. Con me ci vogliono capacità extrasensoriali, saper istoriare l’alluce con il ciclo di Sant’Orsola. Bisogna ascoltare le good vibrations, essere tuned, sintonizzati… Sono un lascivo figlio di puttana opportunista! A un certo punto mi sono rotto pure di respirare, lo fa una macchina con un tubo in gola, e vuallà! Fanculo il firmamento! Finché accendo il computer e allora parlo se voglio, con la voce di un certo Vittorio che vive dentro il computer e scrivo ste robbe qua. Per faccende grosse, merdorse, i badanti studiano i principi escatologici di Archimerde pettagorico.
È bellissimo, sono un principino merdizzato, finché non se ne accorgono, non so chi, ma basta saperlo, non so cosa , NON POSSO SAPERE SEMPRE TUTTO IO, CAZZO!!! O NO!?!?!?

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